Page 5 - YOGAZINE - n.3
P. 5

Bioenergetica: salute è avere un corpo vibrante
«Più sei simile
al fiume e più ti
avvicini all’oceano»
«Siamo arrivati a questo mondo, e non l’abbiamo scelto noi. Né sceglieremo quan- do e come ce ne andremo. Non abbiamo il controllo sulla vita. Possiamo solo impa- rare a fluire....». Parola di Lorena Trabucco Yoko, insegnante di yoga e meditazio- ne del Centro Yoga Yoko di Dosson di Casier, che prende in prestito una citazione del suo maestro Osho per spiegare i vantaggi del fluire: “Più sei simile al fiume e più ti avvicini all’oceano” era la metafora usata dal mistico indiano.
5
La pratica
Portare energia con il respiro
Ananda Marga Center Treviso, scuola storica con sede a Villorba che si rifà agli insegnamenti del maestro Shrii Shrii Anandamurti, propone una pratica sul fluire.
Da fare al mattino al risveglio o in qualsiasi momento della giornata in cui si senta la necessità di portare forza ed energia a ciò che si sta facendo.
In piedi con le ginocchia e le spalle rilassate e il petto aperto; oppure seduti con la schiena dritta, i piedi ben appoggiati al pavimento. La concentrazione è posta sui genitali interni (secondo chakra). Da quel punto si inspira lentamente immaginando di far salire l’energia lungo la spina dorsale e di portarla nell’area del corpo che si vuole energizzare: le mani, gli occhi, la gola, il cervello...
Poi si immagina di far uscire l’energia da quell’organo con una lenta espirazione attraverso la bocca.
Inspirazione ed espirazione dovranno essere naturali.
Si ripete la sequenza più volte. Quindi si aprono gli occhi e si riprende la propria attività con rinnovata energia.
Yoko, controllare
o fluire?
«Due modi di vivere agli antipodi. Molte persone vengono a fare yoga sperando che serva a rafforzare il con- trollo. E poi scoprono che lo yoga in- segna a fluire e che è proprio quello di cui avevano bisogno... Non possiamo controllare la vita: possiamo controlla- re se l’auto è in buono stato o la calda- ia è funzionante, ma controllare la vita proprio no, è uno sforzo inutile....».
Ma cosa significa
fluire?
«È un concetto che va intuito. Pensia- mo all’acqua: è un elemento che si adatta e prende la forma dei conte- nitori che di volta in volta la conten- gono; ma allo stesso tempo è incom- primibile, libera, non si fa imprigionare perché ha in sé una forza straordina- ria. Noi dobbiamo assomigliare all’ac- qua e, come diceva Osho, all’acqua di un fiume: arrendevole, flessibile e allo stesso tempo determinata a raggiun- gere l’oceano...
Fluire significa non
avere punti stabili?
«Il punto stabile va trovato in sé stessi, non in regole o norme esterne. Flui- re produce, paradossalmente, un forte ancoraggio in sé stessi. Nello scorrere come l'acqua, cresce la nostra fiducia nella vita e aumenta la nostra capacità di amare e appassionarci. Questo non significa che non bisogna program- mare o gestire il nostro tempo, signi- fica imparare ad accettare quello che viene, che spesso è molto diverso da quello che ci aspettavamo o avevamo programmato».
In questa visione c’è il
giusto e lo sbagliato?
«In questa visione la capacità di di- scriminare aumenta, non diminuisce. È però un’etica che si aggiorna con- tinuamente, che non rimane intrap- polata in schemi del passato, in idee preconcette; è un’etica che vive nel presente, che ci costringe ad tenere i “file” sempre in aggiornamento».
C’è anche un rovescio
della medaglia?
«Lo yoga aumenta la fiducia e insegna che si può vivere rilassati anche se non si sa come andrà. Anche perché dav- vero noi non possiamo sapere come andrà. Stare nel “non so come andrà” può provocare un senso di vuoto che è però gestibilissimo. In quel vuoto, si scopre, c’è un’immensità di risorse e risposte sorprendenti. Si arriva a senti- re la vita, che è tutto ciò di cui in realtà abbiamo bisogno».
sensazione di unità e integrità por- ta ad una naturalezza nel pensiero e nell’azione, grazia ed armonia”.
«La bioenergetica è, come lo yoga, un percorso di consapevolezza – con- tinua Barbara Cantoni -. Le tensioni fisiche mollano la presa e spariscono quando ne diventiamo consapevoli. Se dietro certe tensioni o blocchi ci sono emozioni negative - rabbia, pau- ra, odio, invidia, gelosia -, il lavoro sul corpo ci rende consapevoli anche di questi stati emotivi, che possiamo sce- gliere di abbandonare».
Secondo la bioenergetica il principio della salute è avere un corpo-coscien- za vibrante. Un corpo-coscienza in cui l’energia possa scorrere liberamente, in grado di permette quell’abban- dono al fluire della vita che fa sentire centrati, liberi e connessi.
Anche la bioenergetica, non solo lo yoga, utilizza il respiro e il movimen- to per aiutarci a fluire. «Le tensioni emotive si manifestano nel corpo che le cristallizza in blocchi che diventano cronici. Blocchi emotivi diventati fisi- ci che riproducono blocchi emotivi. Un corto circuito». Barbara Cantoni, dell’associazione culturale Espan- de con sede a Fontane di Villorba, è istruttrice di bionergetica (metodo Espande), medinamica e percorsi del metodo Self.
«I blocchi sono localizzati in tutto il corpo, più frequentemente in alcune zone, in corrispondenza del secondo chakra (centro sessuale), del quarto chakra (cuore), del quinto (gola) - spiega -. Perché l’energia possa fluire
liberamente nel nostro corpo bisogna sciogliere questi blocchi. La bionerge- tica parte dal corpo per arrivare a lavo- rare sulla parte emozionale».
Questa disciplina, fondata dal genia- le psicoterapeuta statunitense Ale- xander Lowen, utilizza esercizi fisici e di respirazione diversi dallo yoga ma con identica finalità: quella di aiutare la persona a radicarsi (è il concetto di grounding) per permettere alla sua energia di fluire verso l’alto. Una vol- ta sciolti i blocchi e lasciata l’energia libera di fluire, che sensazione me- ravigliosa, che altro stare nella vita! Diceva Lowen: “Quando le vibrazioni attraversano completamente il corpo, la persona si sente unita, integrata. La


































































































   3   4   5   6   7