Cos’è Ananda Yoga? Lo spiega il fondatore Jayadev Jaerschky

Jayadev Jaerschky, 48 anni, fondatore della Scuola Europea di Ananda Yoga vive ad Ananda Assisi da 25 anni. Ci facciamo raccontare la sua esperienza di vita in una delle comunità spirituali più longeve d’Italia.

Jayadev meditazione - CopiaJayadev, cos’è Ananda?

È una comunità di persone che vivono insieme secondo quello che Yogananda insegnava: ideali alti e vita semplice. Si vive insieme in uno spirito di amicizia, nella ricerca della perfezione spirituale. Cerchiamo di realizzare il modo di vivere che Yogananda aveva previsto per il futuro dell’umanità: piccole comunità di uomini e donne con ideali simili che vivono insieme per poter condividere e praticare i propri ideali. Le comunità Ananda si chiamano “città di luce” perché si cerca di vivere in modo luminoso.

Come vivete?

Cerchiamo di vivere in modo sano nel corpo, nella mente e nello spirito. Per il benessere del corpo pratichiamo lo yoga e ci alimentiamo secondo i principi del vegetarianesimo; per la mente cerchiamo di sviluppare atteggiamenti positivi; per  elevare lo spirito pratichiamo la meditazione.

Uno dei nostri motti è: “Dove c’è la giusta azione, c’è la vittoria”. Yogananda diceva che c’è un “giusto in ogni cosa” e la nostra ricerca è di questo “giusto”. L’altro motto è: “Le persone vengono prima delle cose”. Siamo convinti che lo scopo per cui siamo a questo mondo non è far cresce la quantità di cose intorno a noi ma la qualità delle persone, a cominciare da noi stessi.

È vero che “non di solo pane vive l’uomo” ma bisogna pur sempre sopravvivere. Come vi sostenete?

Abbiamo l’azienda agricola “Terre di luce”: 40 ettari di terra che coltiviamo. Abbiamo la cooperativa “Inner Life” che commercializza prodotti per la vita spirituale. Teniamo corsi di yoga e di tante altre discipline olistiche, proponiamo ritiri spirituali: ospitiamo migliaia di persone da tutta Europa per tutto l’anno. E poi organizziamo pellegrinaggi nei luoghi sacri in cui hanno vissuto i nostri maestri.

E ancora: c’è la casa editrice Ananda Edizioni, con cui pubblichiamo i libri inerenti a questo “sentiero spirituale”. Abbiamo anche una scuola per bambini, “Educare alla vita”, e un’Accademia d’Arte.

Ma il cuore di Ananda è un altro.

Quale?   

Il Tempio di Luce, il nostro tempio. Lì ci troviamo ogni mattina e ogni sera a fare yoga e a meditare. È in queste pratiche, in questo luogo, che si genera l’energia, il nutrimento spirituale della comunità, ciò che ci permette di andare avanti.

Cos’è stata e cos’è Ananda per Jayadev Jaerschky?

La mia esperienza è stata di grande crescita interiore, che mi ha fatto sviluppare molte qualità, e i valori di comunione e di fratellanza. Non avrei mai pensato di poter parlare in pubblico davanti alla gente, di scrivere libri… Tutto questo viene da swami Kriyananda che mi ha infuso coraggio e forza con il suo esempio. Sono molto grato di aver scelto questa vita.

La storia vera di swami Kriyananda e delle comunità Ananda è raccontata nel film Finding Happiness – Vivere la felicità (Usa, 2014).

 

Ananda Assisi è un luogo che sorprende, e in cui ci si sente a casa. Un luogo a cui si ha voglia sempre di tornare.

Ananda è tante cose. È il sogno realizzato di un uomo, swami Kriyananda (1926-2013), discepolo del maestro illuminato Paramhansa Yogananda (1893-1952), che ha scommesso sulla parte migliore dell’essere umano e ha creato “città di luce” in diverse parti del mondo. Tra cui Ananda Assisi, nel 1987 (ma l’avventura di Ananda Italia era cominciato 2 anni prima sul lago Como).

E Ananda è, per questo tempo di ricerca spesso insoddisfatta di stili di vita autentica, la testimonianza tangibile che un altro modo di vivere è possibile. Che l’alternativa c’è. Che con la volontà e l’intelligenza del cuore si può davvero creare luoghi dove trascorrere una vita fatta di cose semplici e di pensieri elevati.

Ma la vera sfida è che la Beatitudine (questo il significato di “ananda” in sanscrito) non rimanga confinata laggiù, tra le colline umbre, ma diventi un “luogo” nella quotidianità di ciascuno, non rifugio, ma spinta alla crescita.   

Francesca Nicastro

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