Samadhi, la tecnica del Serpente e del Leone spiegate da Sauro Tronconi

samadhi sauro tronconiL’essere umano vive la propria esistenza all’interno di schemi che si reiterano. Talvolta, quando questi schemi sono spiacevoli o pesanti da sopportare, ci si interroga sulle motivazioni che li hanno generati, ma spesso è difficile comprenderne le cause, perché si annidano in esperienze molto antiche, che travalicano la singola esistenza. Esistono alcune metodologie, come Samadhi, in grado di sbloccare situazioni stagnanti. Ne abbiamo parlato con l’antropologo Sauro Tronconi, che sabato 22 e domenica 23 ottobre a Treviso dedicherà un intero week-end all’insegnamento di questa tecnica.

Sauro, dove si originano i blocchi energetici che spesso intrappolano l’essere umano in esistenze sempre uguali a se stesse?

Le antiche conoscenze parlano di aggregazioni per assonanza, come se si formassero nel corso di più vite dei mulinelli di forza centripeta, legati a traumi o eventi negativi, che tendono ad aggregare cose simili rafforzandosi. Secondo le antiche tradizioni vediche, non esiste solo la base genetica, ma anche una base energetica a dare l’impronta alla nostra esistenza.

E’ possibile rimuoverli?

Certamente sì. Personalmente ho messo a punto una tecnica che lavora per invertire la tendenza e produrre degli sblocchi, detti appunto karmici poiché cristallizzati in più vite e rafforzati nella vita che si sta vivendo. La tecnica prende il nome di Samadhi e consente la fluidificazione dei nodi profondi (nodi karmici). Produrre sblocchi karmici, secondo le antiche tradizioni, significa liberare in vita il corpo e la mente, renderli puri e sani.

Come lavora la metodologia di sblocco che hai messo a punto, Samadhi?

Samadhi è in sostanza di un metodo di risveglio rapido, strutturato per inneschi con l’uso di “macchine collettive” a produrre suoni e stimolazioni di alcuni particolari punti, mutuati dalla tradizione egiziana (tecnica del Leone dalla dea Sekhmet) e del Rajastan (tecnica del Serpente). Il percorso proposto insegna a mantenere fluida la propria energia nel quotidiano, attraverso la memoria dell’energia e le cristallizzazioni esseriche. L’idea è quella di ripensare alla nostra struttura biologica integrandovi aspetti di memoria sedimentata, così da creare, attraverso alcuni punti particolari e suoni specifici, degli allentamenti.
Le stimolazioni individuali e collettive che vengono proposte in “Samadhi – la scintilla dell’estasi” lavorano potenziandosi le une con le altre, al fine di apprenderle e applicarle anche da soli, su se stessi e su altri.

“Macchine collettive”, “tecnica del leone” e “tecnica del serpente”: ci hai incuriosito. Ci racconti qualcosa in più?

Volentieri! Le cosiddette “macchine collettive” appartengono all’antica tradizione che è anche alla base delle danze sacre. Si tratta di unire in disegni geometrici e specifiche posizioni gruppi di esseri umani, che poi emettono suoni particolari (bija), grazie ai quali si creano effetti assonanti, generando particolari condizioni di coscienza. A differenza delle danze sacre, in questa tradizione i corpi sono fermi; se si muovono, lo fanno con estrema lentezza. Nella “macchina” tutti i partecipanti sono sempre in contatto attraverso il corpo.

Cosa ci dici invece in merito alla tecnica del Leone e quella del Serpente?

Entrambe hanno la stessa radice e la stessa finalità, la fluidificazione, lo sblocco, andando ad agire sull’energia primaria.
La tecnica del Leone, che ci arriva dall’Egitto predinastico, era legata alla Dea Sekmeth, la divinità del culto legato alla fertilità e all’energia sessuale. Agisce su un punto (chiamato dormiente), posto fra pube e ombelico, simile al punto orientale dell’Hara. L’immagine dell’apertura di questo punto è quella di una irradiazione circolare come cerchi nell’acqua che cominciano a pulsare partendo da quell’epicentro verso le estremità.
La metodologia del Serpente è legata alla Shusumna e al percorso dell’energia attraverso i principali canali che secondo la tradizione vedica corrispondono alla colonna vertebrale. In questo caso la metodologia, che ancora oggi si applica nelle campagne del Rajasthan (ove ne ho fatto esperienza diretta), è legata alla durata della vita, alla salute in generale e viene vista come una sorta di panacea a tutti i mali. E’ una tecnica molto forte, che richiede un attento apprendimento.

Cosa succede quando ci si libera da questi blocchi?

Le persone sperimentano un senso di apertura e liberazione, un incremento generale dell’energia vitale, che se ben diretto, porta all’aumento della presenza, della percezione di sé e dell’attenzione. Un altro aspetto importante, è legato alle capacità intellettive, cioè velocità di fare collegamenti e fare scelte, memoria a lungo termine che lavora in background.

La metodologia che descrivi sembra molto strutturata e tecnicamente complessa. Ma chi la conosce è in grado di assicurarsi salute e benessere a vita?

E’ vero. La sua preparazione ha richiesto diversi anni e i risultati sono importanti. Tuttavia ci tengo a precisare che quando parliamo di “integrità” e forza salutare dobbiamo porci in un’ottica più aperta di quella odierna; per comprendere queste tecniche, dobbiamo pensarci e vederci in una dinamica di progressione vitale, dove ogni sblocco non fa che portare più acqua al nostro mulino. Ma ogni mulino è capace di sfruttare solo una certa quantità di acqua, per questo all’aumento dell’energia deve corrispondere sempre l’ampliamento del mulino. Per far questo è necessario imparare una regola, che ben conoscevano gli antichi Arya: la pujia, il sacrificio. In altre parole, non bastano i bei pensieri e le belle intenzioni, non bastano nemmeno le azioni, poiché tutto questo deve anche essere sostenuto da una forza generale, che funziona con leggi precise e senza alcun arbitrio. Essa è automatica e la conoscenza di questo automatismo permette all’uomo di costruire, così come la conoscenza della matematica e della fisica ci permette, in altro modo, di costruire.
Per informazioni più scientifiche rimando alla lettura del mio libro “Tibetan Vibration, il percorso della durata della vita”.


Sauro Tronconi terrà il seminario Samadhi – la scintilla dell’estasi sabato 22 e domenica 23 ottobre presso Associazione Espande a Villorba (Treviso). Per informazioni: Barbara – cell. 347.2620226 – email treviso@espande.it

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