I temi trattati nella tavola rotonda YogaDay

Un tema importate per chi pratica la consapevolezza (filo conduttore delle iniziative come lo YogaDay) è la continuità, ovvero portare quella consapevolezza che cresce con le pratiche personali e con le pratiche di gruppo nella vita quotidiana, nell’ambiente di lavoro, nell’interazione con persone che non si sono avvicinate a questa visione e che hanno idee e percezioni diverse da noi.
Mantenere la consapevolezza al di fuori dello spazio delle pratiche non è facile, al punto che alcuni percepiscono due realtà quasi distinte e conseguentemente due modalità d’azione diverse. Riposano e si conciliano con se’ sessi nello sangha, nella comunità di pratica e condivisione, lottano ad “armi pari” nel mondo di tutti i giorni. Questo oltre ad essere faticoso non è utile a nessuno.

Per creare continuità e coerenza con gli stati di consapevolezza raggiunti, associata alla consapevolezza, ci serve una visione profonda.

Questo è il passaggio che proponiamo con la tavola rotonda di oggi, grazie ai maestri che hanno accettato di condividere con noi le loro esperienze nel mondo di tutti i giorni. Non sono monaci isolati che portano saggezza e visione, sono persone calate nella realtà a contatto con i problemi di tutti noi e del nostro tempo.

Parleremo di problemi che l’uomo ha saputo crearsi e che rischiano di compromettere non solo la sopravvivenza della nostra specie ma anche dell’intero pianeta. Non vogliamo però dimenticare che molte riposte sono insite nelle domande e che l’uomo ha saputo e sa anche assolvere ad un compito fondamentale: quello di creare o meglio co-creare.

A testimonianza di questo fatto iniziamo questo incontro con delle risposte che ci arrivano in altri livelli e su piani più elevati di quelli della parole e della ragione.

Maestra Agosto, Sabrina, grazie per essere qui con noi.
La musica sa dare delle risposte a degli interrogativi con degli strumenti che la ragione non ha.

Il flauto è uno strumento particolare perché si basa sulla respirazione e in definitiva il suono si genera espirando, cioè portando fuori ciò che già è implicito dentro ciascuno di noi, ed inspirando, cioè portando dentro la potenzialità di tutto ciò che è intorno ma anche problemi e negatività per poi trasformarle con la forza dell’amore e della passione. Insomma più che uno strumento musicale è uno strumento di trasformazione, che ci insegna ad approfondire e a praticare, ci fa capire che siamo esecutori di un progetto più grande del quale non cogliamo i confini ma nel contempo siamo uniti con il tutto. Senza compositore non c’è musica, senza musicista non c’è musica ma anche senza ascoltatori non c’è musica. C’è una interconnessione imprescindibile tra le fasi di un ciclo che contiene nascita e trasformazione. Le stesse note che si susseguono in uno spartito hanno valore come singole unità ma prendono parte di un progetto più ampio, che le unisce e le rende una melodia con uno scopo ben superiore al loro singolo essere.
Già qui troviamo un inizio di risposta a molti dei quesiti che ci porremo tra breve con i nostri ospiti.

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Maestro Jayadev Jaerschky
La vostra comunità è vasta ed attiva da molti anni, cresce e si confronta con i temi di tutti i giorni relazionandosi sia verso l’interno con le pratiche e le discipline che verso l’esterno con attività di scambio e informazione. Come portate luce crescita e consapevolezza al di fuori delle vostre comunità? Quale sviluppo sostenibile futuro vedete per un’umanità così diversificata e frammentata?

 

 

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Guru Javier Eugenio Ferrara
La bella notizia è che siamo in tanti a guardare ed essere attivi sui temi dello sviluppo sostenibile, ma il nostro intento è quello di praticare una visione profonda, valorizzare l’apertura mentale, la disponibilità a comprendere e la compassione, per migliorare il dialogo con chi ci sta intorno quotidianamente e che magari non condivide la profondità della nostra pratica consapevole ma che sicuramente è un elemento importante dello sviluppo sostenibile.
Non restiamo ad osservare, ma da un’osservazione profonda passiamo ad un’azione consapevole.

Tra i tanti esempi voglio citare brevemente il Protocollo di Milano redatto in occasione dell’EXPO e che si articola su tre temi fondamentali:
1) Fame zero e stile di vita sani
2) Diffondere l’agricoltura sostenibile
3) Fermare lo spreco alimentare
Questa è una nobile iniziativa che ci auguriamo superi la fase di scrittura per trasformarsi in un movimento planetario, a questa iniziativa si stanno allineando molte persone, interi stati e industrie, ma… dal Suo punto di vista e dalla Sua esperienza, cosa è importante aggiungere a questi importanti temi, in sostanza cosa manca e come ognuno di noi può colmare questa mancanza?

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Maestro Krishna Bhakti das (Fabio Manfredi)
Aggiungo due elementi ai tre enunciati nel Protocollo di Milano

  1. La crescita demografica del pianeta (dai 7miliardi attuali ai 9 miliardi previsti entro il 2050) e la necessità di trovare del cibo per tutti, in un mondo che corre verso la standardizzazione e industrializzazione del cibo, per renderlo meno costoso, più accessibile e più disponibile anche a chi è disagiato o non ha accesso agli standard di vita dei paesi più ricchi.
  2. Possiamo guardare all’economia non solo come spesso viene dipinta, ovvero consumismo e profitto, bensì come strumento di sviluppo, di pace di dialogo e stimolo a crescere bene? Come relazionarci positivamente con l’economia e il mondo che ci gira intorno?

Domanda aperta ai tre relatori
C’è un diritto fondamentale alla diversità di pensiero, di opinione, di scelta e di azione.
C’è un diritto fondamentale alla vita e allo sviluppo ma le condizioni nelle quali l’umanità vive sono diverse nei diversi luoghi del pianeta. Ci sono diversità culturali e sociali, geografiche di risorse e di clima, economiche e di storia.
Tutto ciò è un prezioso patrimonio che permette l’adattamento e lo sviluppo in diverse direzioni, la fertilità d’idee e di stimoli reciproci, ma nel contempo è fonte di confronto e scontro, di differenze ed ingiustizie ed in ultima analisi di una gran difficoltà ad immaginare una formula unica che possa mettere tutto a posto e far crescere l’umanità verso un futuro sostenibile per tutti.
Come agire concretamente nel nostro piccolo affinché la nostra visione non sia limitata dai vincoli del luogo nel quel viviamo, con le sue peculiarità, e si possano orientare le nostre energie ad una obiettivo più vasto e più utile al pianeta?

Grazie della vostra partecipazione.

Michele Chiariello
Ass. cuoriDILUCE

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