meditazione yogananda: alla ricerca della felicità

premi

La meditazione yogananda scioglie il legame del respiro che incatena l’anima al corpo e il Kriya Yoga prolunga la vita ed espande la coscienza all’Infinito.

Il primo incontro con la meditazione Yogananda

«Quando lessi l’Autobiografia di uno Yogi di Paramhansa Yogananda, ricevetti un tocco d’amore che mi fece pensare che anch’io potevo ambire ad essere, non solo contenta, ma profondamente felice».

È la testimonianza di Premi, discepola di Paramhansa Yogananda, insegnante di Kriya Yoga e di Ananda Yoga, da 18 anni residente ad Ananda, comunità spirituale nei pressi di Assisi fondata da swami Kriyananda, discepolo diretto del Maestro indiano.

Grazie al «tocco d’amore» di Yogananda, Premi, di origine friulana, ha cambiato vita. E il suo nome spirituale, che significa “divino amore”, racconta più di ogni altra cosa il “segno” sotto il quale la sua esistenza si muove da allora.

Lei, insomma, la felicità vera, che è la gioia del cuore, l’ha trovata. Per questo ha “titolo” per parlarne.

Questo fine settimana lo farà in provincia di Treviso, ospite di tre iniziative, due a Sernaglia della Battaglia, e una nella splendida cornice del parco rurale di San Floriano a Polcenigo (PN).

Le prime due, giovedì 25 giugno (20.00-22.30) e venerdì 26 giugno (9.00-11.00), a Sernaglia, presso il centro Yoga di via Trevigiana 201, saranno incentrate sulla “La ricerca della felicità”. Sabato 27, invece, si potrà vivere una straordinaria esperienza di guarigione di corpo e mente “attraverso l’illimitata energia divina”.

Premi, cos’è accaduto, in concreto, quando hai conosciuto Yogananda attraverso i suoi scritti?

«Da quel momento ho iniziato a cercare la gioia vera non più nelle cose, o nelle persone, ma nel Divino, perchè Yogananda diceva che quella gioia è davvero speciale. È una gioia che non può essere toccata dai mutamenti esteriori, che permette a chiunque di essere calmo e sereno in ogni circostanza, e che ci rende altruisti, generosi, espansivi».

Come si può sperimentare questa gioia?

«Questa ricerca include soprattutto la meditazione, che è un’entusiasmante “avventura nella consapevolezza” per dirlo con le parole che Kriyananda riservava agli asana, le posture dello yoga».

È un’esperienza alla portata di tutti?

«Lo è. Il fiore di loto si erge maestosamente sull’acqua, dispiega i suoi petali e ispira tutti con la sua perfezione, ma ricordiamoci che questo fiore nasce dal fango. Così è per ogni essere umano, chiunque può ergersi oltre l’irrequietezza, l’ansia, la paura, nella libertà della Luce».

Cos’è stato e cos’è Ananda per te?

«È un luogo di bellezza, armonia, pace, saggezza, amore, dove è possibile trovare tantissime belle persone con cui vivere la ricerca del Divino insieme».

Che messaggio lanciare a chi ha perso la speranza?

«Uso le parole ispiranti dei miei maestri.

Swami Kriyananda insegnava a ripetere: “Mi lascio alle spalle fallimenti e realizzazioni. Ciò che faccio oggi creerà un nuovo e migliore futuro, colmo della gioia interiore”.

Da Yogananda arriva invece un’ispirante rassicurazione:

“Se sei deciso a trovare la gioia dentro di te, prima o poi la troverai. Cercala tutti i giorni, con la meditazione interiore sempre più profonda, e sicuramente troverai la felicità eterna. Fai uno sforzo costante per entrare in te stesso, e lì troverai la più grande felicità”.

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