C’è un’età giusta per iniziare la pratica dello yoga?

 

 

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C’è un’età giusta per iniziare la pratica dello yoga?

No, ci sono invece diversi motivi che possono spingerci ad iniziare a praticare a qualsiasi età.

Come ogni cosa accade quando è il momento. Così lo yoga arriva a noi quando siamo pronti ad incontrarlo. Il risultato di questo incontro lo possiamo poi vedere da come ci rapportiamo ad esso: ce ne allontaniamo subito o dopo un breve periodo di “prova”, lo pratichiamo a fasi alterne influenzati dalle nostre esperienze di vita, infine è possibile che si verifichi quel sentire che non ce lo farà più abbandonare.

Ma da cosa derivano le difficoltà che possiamo incontrare?

Lo yoga, così come lo abbiamo imparato a conoscere in Occidente, è prima di tutto una disciplina fisica (asana) e come ogni attività fisica prima la si inizia prima se ne possono godere i benefici. Siamo nati per stare in movimento ma stiamo diventando sempre più sedentari con le conseguenze che ne derivano in particolare sul piano fisico (muscoli atonici, rigidità articolari…).

È difficile, in particolare per le persone adulte e senza magari alcuna pratica sportiva alle spalle, affrontare determinati movimenti o tenere determinate posizioni. Ad aumentare questa difficoltà non dimentichiamo poi l’apporto dato dalla nostra mente frustrata dalle immagini che siamo abituati a vedere sulle pagine delle riviste di yoga: posizioni apparentemente impossibili tenute da fisici perfetti.

Quindi non è mai troppo tardi per apportare un cambiamento alla propria vita: lo yoga è il mezzo perché si adatta alle capacità e ai limiti del singolo.

Tutte le persone che lottano con rigidità e mancanza di flessibilità derivate delle proprie esperienze personali e dal proprio stile di vita, attraverso la pratica yoga, possono acquisire forza fisica e interiore, flessibilità ed equilibrio sia fisici che mentali. Questi aspetti sommati tra loro portano ad un accrescimento del benessere psicofisico, migliorano la chiarezza mentale e gli aspetti emozionali.

Possiamo definire lo yoga come un’attitudine interiore che non viene influenzata da una posizione “perfetta”, a fare la differenza è invece una pratica fatta con consapevolezza. Anche se questa pratica non riguarda comunque aspetti esteriori o forma fisica, è vero però che si possono aumentare la forza, la flessibilità, l’equilibrio, migliorare la propria postura, ridurre o eliminare disturbi di tipo psicosomatico (ansia, insonnia per citarne alcuni), ma tutto ciò non è il vero scopo.

Il vero scopo è essenzialmente quello di scoprire la propria vera natura, esplorare e sviluppare il potenziale di cui ognuno di noi è portatore e diventarne consapevoli.

Senza dubbio la respirazione è il punto di partenza per “entrare” nella pratica dello yoga.

Il respiro è un ponte tra il nostro essere fisico e la nostra parte più profonda. Allo stesso modo in cui ogni emozione influenza il nostro modo di respirare, portare attenzione al respiro è la chiave per influenzare il nostro stato d’animo.

Per praticare yoga è necessario concedersi tempo e spazio, senza volere tutto e subito come siamo sempre più abituati a pretendere, potremo definire questa pratica come un viaggio, un’esplorazione di sé stessi a piccole dosi per imparare a conoscerci e ad amarci per così come siamo. Ciò che ci serve per iniziare sono il proprio corpo e la propria mente e una sana fiducia verso ciò che si andrà a sperimentare.

 

trikonasana-praticante-anzianoIl segreto dello yoga, che è una pratica millenaria frutto di profonde esperienze, è permettere al corpo di funzionare così come dovrebbe essere senza che influenze esterne ne alterino la sua efficienza. Movimenti, stiramenti, equilibrio, immobilità, respirazione e giusta attitudine mentale insieme permettono il recupero della normale funzionalità di quell’insieme chiamato organismo.

Asana, pranayama, rilassamento e meditazione sono complementari nella pratica dello yoga. In uno dei testi di riferimento per lo yoga l’Hatha Yoga Pradipika si prescrive l’ordine secondo il quale dovrebbero essere eseguiti (asana, pranayama, mudra e ascolto del suono interiore è la successione degli “esercizi” consigliata e la ragione va identificata nel fatto che con l’approfondimento della pratica si porta sempre più attenzione ad aspetti energetici sottili), è comunque evidente, anche per un neofita, che influenzando uno solo di questi punti alla fine si finisce per condizionare tutta la personalità del praticante.

Quella che possiamo definire una disciplina sia per l’anima che per il corpo è senza effetti collaterali e è praticabile da tutti a tutte le età, è fondamentale però avvicinarsi senza aspettative al fine di intraprendere un viaggio alla scoperta di sé stessi, prendendo consapevolezza dei propri limiti, e maturando la certezza di poter affrontare e superare eventuali ostacoli che si incontreranno nel resto del proprio cammino.

Fabio Casagrande
Insegnante del Centro Yoga Yoko

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