MUSICA CLASSICA INDOSTANA

MUSICA CLASSICA INDOSTANA | percorso C | ore 11:00 – 11:50 | Piazza S. Maria dei Battuti > EVENTO TRASFERITO AL BHR TREVISO HOTEL
Musica allo yogaday
La musica classica indostana rappresenta la scuola settentrionale della musica classica indiana. Originatasi nel periodo vedico (2000 A.C.), dal XIII secolo, dopo l’arrivo dei moghul e l’influenza della Persia, si è evoluta fino ai nostri giorni in quella parte del mondo ora occupata da India settentrionale, Bangladesh, Pakistan, Nepal ed Afghanistan.
Musica vocale in origine, nei secoli si è sviluppata dando vita ad una grande tradizione strumentale; sebbene in passato gli strumenti fossero considerati in virtù della loro capacità di imitare la voce umana, a riprova di come la musica indostana si concentrasse sulla performance vocale, sono sempre esistite forme autonome di musica strumentale, e negli ultimi decenni, la musica strumentale indostana ha cominciato a superare in popolarità quella vocale.
E’ una musica modale, e cioè basata su scale dette scale modali, stabilite in rapporto ad un suono fisso, mantenuto durante tutta l’esecuzione. Lo sviluppo musicale avviene unicamente attraverso la melodia e in India questi modi sono chiamati raga, etimologicamente “ciò che colora la mente”.
Loro funzione è quella di creare uno stato emotivo in chi ascolta. Ogni raga è infatti legato ad una precisa emozione o rasa (letteralmente “succo”), ad una stagione e ad un momento del giorno.
Altro aspetto fondamentale della musica indiana sta nell’improvvisazione, improvvisazione basata però su un preciso sistema di regole.
Nell’esecuzione di un raga, dopo una fase iniziale improvvisata e priva di un preciso schema ritmico, entra in gioco il tala, una struttura ritmica ciclica. Non esistono tempi generici come in Occidente, ma forme ritmiche cicliche ben riconoscibili e con proprie caratteristiche, che combinate al raga vincolano lo sviluppo dell’improvvisazione. Analogamente a quanto avviene per la melodia con la forma del raga, il tala è punto di partenza per l’elaborazione di improvvisazioni ritmiche di grande complessità, con variazioni sulla forma base e con cicli che si ripetono all’interno di altri cicli più vasti.
FLAUTO BANSURI
Il flauto è tra gli strumenti a fiato della tradizione indiana il più importante, e le sue origini sono antichissime. Ricavato generalmente da una canna di bambù avente specifiche caratteristiche, può essere dritto o traverso e di lunghezza variabile. I testi vedici nei riti si riferiscono ad esso chiamandolo venu. Diffuso in tutto il subcontinente indiano con nomi e forme diverse è considerato uno strumento mistico, usato dal dio Krishna per addomesticare gli animali e sedurre gli uomini, ed essendo il mezzo con il quale egli richiama a sé le anime rappresenta la chiamata spirituale.Il bansuri (dal Sanscrito bans, bambù, e sur, melodia) è il flauto usato nella musica indostana, la musica del Nord dell’India. Nonostante la semplicità della sua struttura (generalmente sei fori per le dita e uno per il soffio) offre infinite possibilità musicali.
La sua estensione è pressoché corrispondente a quella della voce umana ed il suo suono etereo e soave, ma che può diventare anche cupo e triste riflette tutte le più profonde emozioni dell’animo umano.La tecnica esecutiva prevede un’impostazione diversa da quella del flauto traverso occidentale, in quanto sono le falangi delle dita a chiudere i fori e non i polpastrelli. Ciò permette estrema agilità e precisione consentendo di creare effetti di glissato e porzioni di tono anche minime.
Lo strumento può essere tenuto rivolto verso destra o verso sinistra, ma la posizione delle dita è insegnata dal maestro ed è strettamente mantenuta tale dal discepolo.
TABLA
II tabla (o tubblaa; dal hindī tablā) è un tipo di tamburo indiano (diffuso in India, Afghanistan e Pakistan). Consistente in una cassa di legno o terracotta, sulla quale è tesa, mediante legacci, una pelle la cui tensione si può modificare ruotando dei cilindretti, collocati tra il fusto e le stringhe di cuoio utilizzate per allacciare la pelle stessa.
È composto da due corpi di forme e dimensioni diverse, ambedue sono dotati, al centro della membrana, di un cerchio di pasta nera (sihai) composta di manganese, riso bollito e succo di tamarindo, grazie alla quale si ottiene una sonorità particolarmente armonica.
I tabla sono utilizzate nella musica indiana, sia classica, sia popolare, sia religiosa. Sono inoltre utilizzate nella musica occidentale moderna di colorazione etnica (e quindi assai spesso nella cosiddetta world music).
I Tabla sono strumenti dal suono determinato (intonati con un intervallo di quinta giusta) e sono suonati con le mani, con una raffinatissima tecnica di dita. Il tamburo più grande di sonorità bassa (bhayan o dugg) è suonato normalmente con la sinistra e il più piccolo di sonorità alta (dhayan o tabla) con la destra; hanno una pelle centrale con una corona esterna e il sihai al centro (composto da un impasto di riso).
Grazie a questa particolarità, si possono ottenere numerosissime sonorità creando un gioco timbrico particolarmente interessante. Le strutture ritmiche (Tala) della musica classica indiana sono molto complesse e vengono trasmesse ed insegnate oralmente con una sillabazione ad imitazione dei vari suoni ottenuti con le Tabla (Bol).
ANGELO SORATO (curriculum breve)
Angelo Sorato studia con L. Squillari, allievo di Ali Akbar Khan, e si diploma con lode al Conservatorio di Vicenza. Seminari/masterclass con: H. Chaurasia, GS Rajan, G. Ricchizzi, A. Cuni, G. Brothers, e R. Sanyal. Collaborazioni: F. Lazzarin (tabla), C. Antonini, Airway, C.S. Gomes, R.Misto, M. Murdocca, N. Sala Grau, P. Saterini, G.e N. Sorato, L. Squillari, S.K. Das. Lavora anche come solista a eventi e concerti di musica classica strumentale indiana. Suona per M. Biadene (danza bharatanatyam) e R Fanelli (danza kathak). Tiene corsi di bansuri in varie città italiane e insegna stabilmente allo SMAV di Venezia e al Conservatorio di Vicenza.
Info e contatti:
FABIO LAZZARIN (curriculum breve)
Fabio Lazzarin, (Venezia 1961) studia percussione al Cons. B. Marcello e tabla con Pt. Sankha Chatterjee dall’84 (Calcutta Univ.). Frequenta l’IMC (Fond. Cini). Suona musica contemporanea, jazz, classica, indiana per danza, teatro, cinema. Dal 1988 -1989 collabora con Il suono improvviso, CTR, W. Moretti e A. Merini. Registra per Equipe, Santemo, Earth Records. Dal 1990
è a Rotte mediterranee e in Italia e all’estero con P. Joshua, Worldream, A. Tagliapietra, M. Tiwari, S.K. Mishra, G. Ricchizzi, M. Dickowski, E. Powell, Reba Som, F. Cassio, S.D. Sharma, S. Dasgupta, R.N. Goswani, S. Begum. Viaggia in India. Lavora per Rai, Rtsi, Radio Vaticana, Koper Capodistria. Dal 1999-2000 suona per C. Carlson (Biennale), J.C. Perè, D. Mercy, H. Smith; a teatro con G. Vasilicò e G. Emiliani, al cinema con L. Bacalov e B. Zambrini. Collabora con M. Biadene a Natya Kala.
Info e contatti:
Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Commenti chiusi