Yoga, corpo e consapevolezza

Qual è la via di accesso alla consapevolezza? Partiamo subito con una domanda “forte”, a cui forse crediamo di non aver mai nemmeno pensato, ma che di fatto anima e muove la ricerca del Sé autentico che caratterizza lo Yoga e le discipline spirituali. Una domanda, quindi, che giace in molti “ricercatori” del vero e a cui ci approcciamo qui con la giusta delicatezza e umiltà.

Per i saggi Vedanta indiani e per molti antichi yogi, la consapevolezza era lo strumento attraverso cui risvegliare la Verità. Il devoto dovrebbe analizzare quotidianamente le proprie azioni fisiche e mentali per stabilire esattamente quanta parte della propria vita sia governata dall’ignoranza dell’ego (illusione) e dalla consapevolezza del corpo, e quanta saggezza dello spirito e natura divina sia capace di esprimere.

Nel corso delle epoche, e in particolare negli ultimi decenni, ci siamo resi conto che il percorso della consapevolezza richiede un risveglio a ogni livello, non solo in quello divino, ma anche in quello terreno. Ed è proprio dal nostro corpo fisico che, soprattutto oggi che siamo immersi in flussi incontrollati di stimoli e conversazioni, possiamo ripartire più facilmente per attivare la consapevolezza.

Perché è più facile partire dal corpo?

Al di là dell’abusata frase “la mente mente” (che andrebbe contestualizzata specificando che la menzogna avviene laddove non c’è consapevolezza), il corpo non mente. Non può, non ne è capace.
Provate, per esempio, a elogiare il vostro peggior nemico: sicuramente una smorfia, magari impercettibile, scatterà sul vostro volto, oppure una contrazione si farà sentire nella pancia…
Il nostro corpo è in comunicazione diretta con l’inconscio, quindi non filtra la realtà attraverso la mente. Al tempo stesso, agisce sia come valvola di sfogo per le pulsazioni e tensioni vissute dalla mente (pensate alle malattie psicosomatiche), che come canale di ricezione dei messaggi che l’inconscio ci trasmette, provenienti non solo dal nostro sistema profondo, ma anche dal mondo circostante.
Oggi i nostri canali percettivi (includendo, oltre agli organi di senso, anche le facoltà intuitive di cui ciascuno è naturalmente dotato) sono spesso rallentati o addirittura occlusi dal nostro stile di vita, che non prevede tempi, spazi e consuetudini dedicati a mantenerli vividi e sensibili.
Se, invece, iniziamo a riprendere contatto con il corpo fisico e ci concediamo di ascoltare ciò che ha da dirci, possiamo riscoprire dimensioni e verità a cui non avremmo mai pensato, sia su noi stessi che sul mondo esterno.
La via dello Yoga passa attraverso il corpo, allenandolo al contatto con il momento presente e stimolandoci a un atteggiamento interiore di Presenza.
Alcune semplici domande che potremmo porci in ogni momento per riportare l’attenzione sul corpo, sono ad esempio:

  • che cosa vedono i miei occhi?
  • Quali sensazioni provo a livello di pelle?
  • Cosa sentono le mie orecchie?
  • Cosa recepisce il mio naso?

Sollevare la mente dal mormorio dei pensieri e ritornare alla coscienza del corpo sono i primi passi per entrare in stati interiori sempre più consapevoli e, allenandosi con costanza, fare passi sempre più decisi verso la verità!

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