Devika, “l’insegnante più in ascesa in Italia”, special guest del Treviso YogaDay 2016

Devika Camedda 1

Torna l’Ananda Yoga al Treviso YogaDay. L’anno scorso ospite d’onore era stato Jayadev Jaerschky, fondatore dell’Accademia Europea di Ananda Yoga, quest’anno special guest sarà Alessia Camedda Devika, co-direttrice della scuola con sede ad Assisi, e vera e propria forza della natura.

Chi l’ha avuta come insegnante sa cosa intendo. Chi non l’ha mai “provata”, potrà farne l’esperienza domenica 11 settembre. Un’occasione unica. Da non perdere.

Devika proporrà tre pratiche.

La prima, alle 9.10, sarà un workshop di introduzione all’Ananda Yoga (Area Sole, piazza del Quartiere Latino) in cui si potrà sperimentare la “disciplina che trasforma cuore, mente, anima”.

La seconda, alle 10.20 (Area Verde, riviera Santa Margherita), è il cuore dell’insegnamento del grande maestro Paramhansa Yogananda: gli Esercizi di Ricarica, uno strumento potentissimo per la cura quotidiana della propria salute, fisica e mentale.

La terza (ore 13, Area Diamante, piazza Università)  sarà una sessione per “aprire il cuore” sempre attraverso la “chiave” dell’Ananda Yoga, stile di yoga che unisce agli asana le affermazioni create da swami Kriyananda, discepolo diretto di Yogananda.

Ma scopriamo qualcosa di più su questa yogini, Devika, che il Corriere della Sera in una recente intervista ha definito “l’insegnante più in ascesa in Italia”.

Devika Camedda 2

Devika, ci dici chi è Devika oggi?

«Sinceramente la primissima cosa che mi è venuta in mente è un mantra (invocazione, preghiera, ndr). Che tradotto recita qualcosa come: “Non son l’intelletto, nè la mente nè il cuore, non sono le pratiche devozionali, nè i canti, nè lo scienziato nè il prete, non ho padre nè madre. Sono Spirito!”

Difficile per chi sta compiendo uno sforzo per conoscere se stesso, definire chi sia.

Piano piano si capisce cosa non si è, cercando di smontare pezzo per pezzo quella maschera che si era convinti di essere.

Quindi io sono lì, nel mezzo del “disimparare”.

So cosa sto facendo, che impegni ho preso, per il resto… Spero soprattutto di non essere più quella che ero anche solo ieri, perché ancora non sono libera dai miei limiti!

L’altra cosa che so è che sono felice, intimamente, nonostante gli alti e bassi della mente e della “pancia”. Ho fiducia nell’umanità e nell’infinita essenza radiosa che la permea».

 Cosa è stato per te lo yoga e cosa ti ha insegnato?

«Nel passato ho cercato a lungo risposte sul senso della vita, ero diventata molto materialista, in senso storico, l’unica cosa in cui credevo era il caso. Eppure cercavo qualcosa, senza avere l’esatta consapevolezza di cosa facevo. Una parte di me moriva e debolmente cercava di salvarsi. Così mi sono avvicinata dapprima alla meditazione zen e poi allo yoga. Non sapevo nemmeno cosa fosse ma ero convinta che era la cosa giusta per me. Iniziando lo studio e la pratica mi sono sentita sempre più affine, nonostante gravi infortuni. Ma ho davvero ricevuto un “dono per la vita” dallo yoga solo quando sono approdata ad Ananda Assisi. Ora posso dire che lo yoga mi ha fatto vedere la mia Anima… e anche il mio ego ovviamente! Difficile dire cosa mi ha insegnato lo yoga, nonostante dal primo passo yogico siano passati quasi 18 anni, sono ancora in prima o seconda elementare, lo yoga è la “scienza della vita”, tutto ciò che so è anche tutto ciò che non so è yoga».

 Dai tuoi 18 anni di esperienza, che consigli ti senti di dare a chi pratica?

«Non fermatevi al tappetino, nè smettete di usarlo! Consiglio di ricercare nel profondo: lo yoga non è un hobby o uno sport, è una contraddizione in termini affermare di praticare solo la “parte fisica” e chiamarlo yoga!

Lo yoga è un modo di vivere, solo se “vissuto” mostra i suoi reali effetti, e sono effetti incredibili, ma bisogna andare oltre il tappetino!

Il giusto atteggiamento nella pratica è sicuramente da ricercare tra Yama e Niyama. Per i non “addetti ai lavori”, posso dire cosa ho vissuto e visto accadere. Credo la cosa migliore sia non chiedere nulla allo yoga, nè proporsi di offrirgli qualcosa, solo praticarlo e restare aperti a ciò che arriva e ciò che ci viene negato. Così arrivano le benedizioni e i benefici di questa pratica: zero competizione e zero fare di testa propria, se hai un vero insegnante segui lui e non il tuo ego. Io lo faccio, ovviamente ancora, con il mio insegnante Jayadev, funziona. A mia volta ho qualche allievo che mi dà retta, e funziona anche con loro!!

Evitare sicuramente di cadere nella routine delle pratiche, o anche sentirsi arrivati da qualche parte ed evitare anche di affidarsi ad insegnanti o maestri non preparati».

Lo yoga, antichissima disciplina orientale per la realizzazione del Sè, è sempre più di moda in Occidente. Lo consideri un pericolo o un’opportunità?

«Bella domanda mi fai!! In Occidente trasformiamo in moda tutto!

Credo che lo yoga sia fondamentalmente uno, con declinazioni e sfumature che da secoli sono codificate. Non credo si possa inventare un nuovo stile. Ci sono insegnanti differenti che toccano corde differenti, ma nulla di più. Nella tradizione c’è già da molto tempo tutto ciò che serve. Nessuno sta inventando nulla. Chi conosce lo yoga veramente sa che è una scienza perfetta e completa e non ha bisogno che nulla sia aggiunto. Anche in India ormai ci sono scuole di yoga ad ogni angolo, come in Europa. Fai un mese di corso e sei insegnante.

Non sono molto sicura che i risultati siano sempre buoni. Ma sono anche convinta che ognuno trova l’insegnante che si merita, e va bene così! Infondo con questa grande diffusione il rischio è che approdando da un insegnante improvvisato ci si faccia un’idea sbagliata della disciplina, ma allo stesso tempo più persone conoscono lo yoga e ci sono più possibilità per chi vuole approfondire!»

Cosa si potrà sperimentare con te al Treviso YogaDay?

«L’Ananda Yoga mostra da subito le connessioni tra il corpo, la mente e la coscienza più profonda. È come aprire una finestra sul cuore e far entrare la luce del sole più bello. Sperimenteremo insieme questo…»

Francesca Nicastro

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