“Ecco la proposta della filosofia Yoga per l’Occidente”

conferenza1

La filosofia Yoga non può essere definita solo come tale e lo yoga non può essere definito solo una filosofia. Ogni attività della vita, come diceva il saggio Aurobindo, può essere Yoga.

Javier Eugenio Ferrara, 59 anni, allievo del Maestro Josè Marcelli, a sua volta discepolo del Maestro José Manuel Estrada, in occasione dello Yoga Day 2015 a Treviso, ha tenuto al Centro Estrada una conferenza dal titolo: “La proposta Yoga per l’Occidente”. Di origine messicana, è un Guru autorevole e riconosciuto all’interno di un lignaggio di Maestri, che affonda le radici nel tempo. Tiene in tutto il mondo incontri su yoga, vegetarianismo, meccanica quantistica, famiglia e fratellanza, sessualità umana e trascendente, psicologia applicata.

Ecco una breve sintesi del suo intervento a Treviso.

Lo Yoga è filosofia, metafisica dunque, ma anche tanta concretezza. Quando nacque, lo Yoga prese molte vie. Basti pensare all’India dove ci sono milioni di persone che producono molte tendenze.

Lo Yoga in Oriente: Patañjali e la Bhagavad Gita

In Oriente, nel 2000 a. C., si sviluppò una filosofia yoga di tipo epico, che si proponeva di trascendere la morte e la malattia, trovando dentro di sé i poteri. Si costituirono particolari lignaggi e nacque la figura del Guru, si formarono gruppi di discepoli e vennero fondati degli Ashram. Alcuni divennero asceti e si ritirarono sulle montagne. Gli insegnamenti vennero trasmessi per via orale e fu Patañjali a metterli per la prima volta per iscritto, fondando una Scuola.

Tutti sostengono che il fondamento dello Yoga risieda nel libro della Bhagavad Gita, un poema di circa 700 versi (śloka) diviso in 18 canti (adhyāya), contenuto nel VI parvan del grande poema epico Mahābhārata. In realtà non ci furono vere battaglie, come vengono narrate in questo testo. Non fu storia, bensì mito, come le parabole che trasmettono insegnamenti molto importanti, ma a livello sottile.

Lo Yoga, nella sua componente più profonda, ha usato miti e molti personaggi (per es. gli animali), associati a questo processo in forme osservate nell’esperienza. Ci imbattiamo in una domanda importante: “Sei o non sei? Se sei di cosa hai paura? Liberati e troverai tutto ciò che nell’Universo è sempre esistito. Non lo puoi sentire o vedere per colpa delle tue paure”.

Cercare la liberazione dalla morte e dal dolore… Ecco una vera battaglia, non esteriore, bensì interiore.

Esplorare i propri limiti, conoscere sé stessi: il viaggio del Buddha

Il maestro Siddharta visse la vita di uno Yogi. Crebbe in una famiglia che gli dava ciò di cui aveva bisogno. Avrebbe potuto trascorrere il resto della sua vita vivendo così. Ma ciò che era esteriore non era sufficiente per lui: dolore e vecchiaia gli trasformarono la vita ed egli decise di abbandonare il mondo esteriore per conoscere i suoi LIMITI.

Con gli Asana dello Yoga si esplorano i LIMITI per liberarsi da ciò che si ignora. Si scopre un mondo non solo fisiologico, ma anche psicologico, emozionale, vere e proprie “registrazioni” in noi stessi di cui ignoravamo l’esistenza e che ci accompagnano per tutta la vita.

Se sono limitato fisicamente, il mio inconscio mi tiene prigioniero. E quando mi sento prigioniero, ho paura. Le facoltà si atrofizzano e noi ci rinchiudiamo sempre di più nel nostro guscio.

Nel suo viaggio, il Buddha scopre le cose migliori, cerca i suoi limiti e li porta all’estremo, ma soprattutto scopre qualcosa di nuovo: i vincoli di anime. Prima era legato solo a se stesso e al suo percorso, ora conosce l’Amore e si lega a una donna. Non conosceva quei limiti, prima, né le possibilità di un nuovo incontro con se stesso. Scopre la sessualità, non come utilizzo, ma come scoperta condivisa con un’altra anima.

Nasce un figlio e scopre quanto la vita sia meravigliosa. Ora non deve più lottare. Conosce l’istinto, lo esplora e la lotta rimane fuori.

Nell’Amore, se ti liberi dalla paura, trovi altre risposte.

Ecco Pratayara e Pranayama allo stato profondo. Gli impulsi istintivi si trasformano in impulsi più soavi. Quando si trova l’Amore, si incontra questo stare. Lo Yoga parla di questa possibilità.

Un giorno, però, Lei, osservando Lui più a lungo, gli pone questa domanda: “Perché non sei felice? So che ami me e nostro figlio, ma non ti sento felice. Cosa vuoi in più in questo mondo? Non c’è nulla di più importante di quello che hai adesso. Perché non sei totalmente felice?” e lo invita a seguire la sua missione. Lo lascia andare con un amore incondizionato.

Siddharta scopre le Quattro Nobili Verità:

«Oh monaci, il Tathāgatha, il Venerabile, il Perfettamente risvegliato, ha messo in moto presso Vāraasī, a Isipatana (Sarnath), nel Parco delle gazzelle, l’incomparabile ruota della Legge (dhammacakka), che non può essere ostacolata da alcun asceta o brāhamana o deva o Māra o Brahmā né da chiunque altro al mondo – la ruota della Legge, cioè l’annunciazione, l’esposizione, la dichiarazione, la manifestazione, la determinazione, la chiarificazione, l’esposizione dettagliata delle Quattro nobili verità. E di quali quattro? Della nobile verità del dolore, della nobile verità dell’origine del dolore, della nobile verità della cessazione del dolore, della nobile verità della via che porta alla cessazione del dolore

(Buddha Shakyamuni Saccavibhaṅga Sutta, Majjhima Nikāya)

E il suo viaggio proseguì, giungendo all’Illuminazione.

La proposta di una filosofia Yoga per l’Occidente

E lo Yoga per l’Occidente?

Non può essere legato ai miti, così tanto come in Oriente. C’è una integrazione. Serge De la Ferriére, il nostro Maestro, praticò lo yoga come un orientale ma con mente occidentale, e visse come un Sannyasin.

Per praticare lo Yoga in sicurezza c’è bisogno di condividerlo con qualcuno che ha già esperienza e ci conduce in un percorso corretto. Portare la gente subito alle posizioni non è Yoga.

Lo Yoga, innanzitutto, è unire l’esperienza accumulata dalla persona con le esperienze date dalla vita.

Se prendo in mano una salvietta e un bicchiere, lo faccio senza problemi. Mi sento sicuro. Ho un oggetto per mano. Sto bene. Tutte e due le mani sono occupate, però. Non potrò più prendere altro però e così diventerò più povero.

Ci sono formule etiche ed epistemiologiche da considerare: la violenza è un danno prima per me; osserva che menzogne ti fa produrre; attento a non mentire agli altri e a te stesso; attento a non rubare. Se praticando la postura nello Yoga, sto a guardare chi è più bravo di me e voglio imitarlo, questo è rubare e genera un vuoto dentro di me. È come portarsi via il raccolto di un altro. E ha più angoscia chi ruba, che non chi è derubato.

Il corpo non mente. In ogni parte di noi, registriamo nel corpo, la nostra storia. La Bioenergetica di Lowen studia questo processo. Nelle articolazioni, nei tendini, nei muscoli, nella comunicazione neuromuscolare. La parte energetica dei nervi comunica la parte del movimento. Ci sono 84 Asana e noi stiamo integrando le antiche tecniche.

L’uso terapeutico di corpo, mente, anima nella pratica si sta ampliando: chi esce dalla pratica, sa di aver comunicato di più con se stesso e di aver bisogno di poco per comunicare con gli altri.

Più la pratica è continuativa, migliore è la possibilità di contatto. E più si sviluppa in gruppo, in pubblico, più il cambiamento degli altri diventa il mio.

Gli occhi assumono una brillantezza speciale, che non si può non notare. Più ossigenazione porta a minore stress. Negli Asana lavorano solo certe aree, altre si rilassano. Si consuma meno ossigeno, che diventa così una riserva per il corpo. Non si tratta di risultati da poco, visto che le generazioni prossime avranno molti problemi con le ginocchia e la schiena.

Praticando lo Yoga, cambio la visione di Me e degli Altri. In origine, si cercava il contatto con se stessi attraverso l’immobilità.

Oggi queste due correnti, Orientale e Occidentale, si riuniranno formando un’unica filosofia Yoga.

Yoga, salute e alimentazione

Possono esserci danni fisici e psichici, se viene fatto un cattivo lavoro. Ci vuole attenzione e maestria. Osservazione. Attesa.

Il Pranayama è una tecnica meravigliosa. Quando una persona è ansiosa, è naturale che trattenga il respiro, che stia in apnea. Bisogna far sì allora che ESALI. A una persona depressa invece NON SI FA SVUOTARE TROPPO.

Nel Pratiyara si sviluppa sé stessi: non si inibiscono gli stimoli ma li si integra. Qui, attore (mente inferiore) e osservatore (mente superiore) si incontrano. Lo Yoga lavora a fondo sulla SALUTE, sincronizzando psiche e corpo e chiedendo una alimentazione adeguata che mantenga il sistema stabile.

Quando c’è troppa tensione, infatti, non c’è comunicazione interna e arriva la depressione. Si vuole riposare.  Savasana, la postura del cadavere, per esempio, è una “depressione sana”.

Lo Yoga Day di Treviso, una esperienza di unità

L’esperienza dello Yoga Day a Treviso è l’esempio di come lo Yoga sia una proposta per tutti gli esseri umani, per una visione però sia dell’Oriente che dell’Occidente.

Non si conoscono guerre tra gruppi di Yoga, perché sono essi più occupati con la loro guerra interiore. E dunque: se ne hai bisogno, prendi un cammino. Scoprilo. Sperimenta. Questa è una proposta per tutti gli esseri umani.

Parla di ciò che vivi e condividi ciò che scopri e ascolta ciò che scoprono gli altri. Le cose cui può far arrivare oggi lo Yoga sono più universali di un tempo. Ricorderemo. Condivideremo.

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Commenti chiusi